Diritto dell'immigrazione - manuale pratico in materia di ingresso e condizione degli stranieri in Italia
Descrizione:
La normativa sull’immigrazione è una normativa che, su più fronti, travalica la propria disciplina. Non si può sicuramente conglobarla nel solo diritto amministrativo, essendo inerenti alla disciplina tematiche di diritto civile (si pensi ai casi di riconoscimento della reciprocità per godere di alcuni diritti o alle limitazioni nel contrarre matrimonio), di diritto penale (si pensi ai reati legati all’immigrazione), di diritto del lavoro (si pensi alle assunzioni di cittadini immigrati). Inoltre non è sicuramente una normativa completamente nazionale, sebbene sia una delle tematiche più care agli Stati e dove, con più favore, esercitano la propria sovranità. Non solo il diritto dell’Unione europea, sia dei trattati sia derivato, forgia continuamente la materia, ma anche il diritto internazionale pone forti limitazioni all’autonomia degli Stati. Se, a grandi linee, possiamo suddividere la normativa in tre fasi - entrata, presenza, uscita - scorrendo il Trattato sul funzionamento dell’Unione, come modificato dal Trattato di Lisbona, e l’elenco delle fonti derivate, in primis regolamenti e direttive, risulta chiaro come la disciplina dell’entrata sia, per buona parte, comunitaria per le entrate di breve periodo, per quelle a seguito di ricongiungimento familiare e per quelle particolari (seguendo l’ottica di settorializzazione comunitaria). Anche se la presenza rimane uno spazio riservato all’autonomia nazionale, sempre più l’Europa interviene nel definire permessi di tipo UE (permesso UE di lunga durata e carta blu UE). Infine, anche per quanto riguarda le decisioni di rimpatrio, l’Unione ha riscritto la normativa con la direttiva 115/2008 riguardante, per l’appunto, i rimpatri che ha «costretto» il Governo italiano ad intervenire con un’importante riforma con il D.L. 89/2011 conv. in L. 129/2011. In tale contesto, proprio per l’importanza della politica dell’immigrazione per ovvie motivazioni legate al consenso politico, gli Stati «riempiono» di proprie previsioni gli spazi residui rendendo spesso poco coordinata la disciplina. Ecco che la normativa italiana cerca di incunearsi efficacemente su quella comunitaria e internazionale. In particolare la normativa segue il principio del contingentamento continuando a prevedere limitazioni numeriche per l’entrata per lavoro, studio e per altre tipologie residuali. Inoltre continuano gli interventi normativi soprattutto indirizzati a sanzionare tutti quei comportamenti di illegalità connessi alla presenza non regolare dello straniero. La materia, come è facile capire, risulta polimorfa rispetto a fonti di diritto che si intersecano e necessitano, quindi, di una interpretazione coordinata, ma la giurisprudenza spesso non va nella stessa direzione della normativa. Infatti più volte la normativa è stata riscritta a causa delle sentenze della Corte Costituzionale che rendevano incostituzionali parti della stessa. Eppure le basi normative non sono complesse e i principi applicabili, pur semplificando eccessivamente, si basano su autorizzazioni: i visti sono autorizzazioni all’ingresso, i titoli di soggiorno alla permanenza. Rispetto alle prime tre edizioni del volume, la normativa ha subito importanti modifiche, non sempre chiare nelle finalità. Dal 2007, la normativa è stata più volte rivista a vari livelli. L’Unione Europea in questi anni ha continuato a riscrivere le normative nazionali procedendo con un approccio settoriale e perseguendo l’uniformazione della normativa per quanto riguarda le modalità d’ingresso per breve periodo (si pensi al codice dei visti in vigore dal 5 aprile 2010). Il Governo ha introdotto tra il 2008 e il 2009 un pacchetto di misure, il cosiddetto pacchetto sicurezza, che innestato nel testo unico del 1998 (il d.lgs. 286/98), ha apportato modifiche non sempre coerenti. Per questa ragione stanno sempre più assumendo una importanza strategica le circolari interpretative e le varie direttive dei ministeri competenti che permettono di uniformare interpretazioni anche molto discordanti tra di loro. Negli ultimi anni la normativa è stata modificata con il recepimento di 6 direttive comunitarie di notevole importanza. La prima, già ricordata, è stata la cosiddetta direttiva rimpatri (direttiva 115/2008). La seconda direttiva è stata recepita con il d.lgs. 108/2012 che ha dato attuazione alla direttiva 2009/50/CE sulle condizioni di ingresso e soggiorno di cittadini di Paesi terzi che intendano svolgere lavori altamente qualificati. Il d.lgs. 108/2012 ha introdotto due nuovi articoli il 27 quater rubricato «ingresso e soggiorno per lavoratori altamente qualificati. Rilascio della carta blu UE» e il 9ter «Status di soggiornante di lungo periodo – UE per i titolari di Carta blu UE». La terza direttiva è stata recepita con d.lgs. 109/2012, recante attuazione della direttiva 2009/52/CE che introduce norme minime relative a sanzioni e a provvedimenti nei confronti di datori di lavoro che impiegano cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare. Le ultime tre direttive di notevole importanza sono state recepite nel 2014 con il d.lgs.12 del 13 febbraio 2014 (attuazione della direttiva 2011/51/UE che modifica la direttiva 2003/109/CE del Consiglio per estendere l’ambito di applicazione ai beneficiari di protezione internazionale), il d.lgs. 18 del 21 febbraio 2014 (attuazione della direttiva 2011/95/UE recante norme sull’attribuzione a cittadini terzi o apolidi, della qualifica di beneficiario di protezione internazionale, su uno status uniforme per i rifugiati o per le persone aventi titolo a beneficiare della protezione sussidiaria nonché sul contenuto della protezione riconosciuta ), il d.lgs. 40 del 4 marzo 2014 (attuazione della direttiva 2011/98/UE relativa a una procedura unica di domanda per il rilascio di un permesso unico che consente ai cittadini di paesi terzi di soggiornare e lavorare nel territorio di uno Stato membro e a un insieme comune di diritti per i lavoratori di Paesi terzi che soggiornano regolarmente in uno Stato membro). Quest’ultimo decreto recepisce una direttiva già, di fatto, applicata in Italia. Altri importanti interventi hanno riguardato le semplificazione (il d.l. 76/2013 ha semplificato la procedura connessa all’assunzione di lavoratori non comunitari residenti all’estero), la liberalizzazione dell’ingresso per studenti (il d.l. 145/2013 ha soppresso il contingentamento del numero di visti per motivi di studio), la tutela dei diritti (il d.lgs.24/2014 prevede che lo straniero — cui, ai sensi dell’art. 18, comma 1, del T.U. immigrazione, può essere concesso un permesso di soggiorno per motivi di protezione sociale — debba essere informato in una lingua a lui comprensibile dei propri diritti al permesso di soggiorno e del possibile accesso alla protezione internazionale di cui al d.lgs 251/2007; il d.l. 93/2013 ha permesso il rilascio di un titolo di soggiorno alle vittime straniere di atti di violenza in ambito domestico). Infine il 2 aprile 2014 è stata approvata la legge in materia di pene detentive non carcerarie (l. 67/2014) che prevede all’articolo 2 una delega al Governo per la riforma del sistema sanzionatorio dei reati. Tra i principi e criteri direttivi per l’esercizio della delega, vi è anche l’abrogazione del reato di ingresso e soggiorno illegale, trasformato in illecito amministrativo. Il presente volume raggruppando le varie fonti del settore, siano esse comunitarie o locali, aiuta ad orientare il lettore nella complessità della materia permettendo di chiarire alcuni istituti fondamentali che caratterizzano e sono fari di guida per l’intera disciplina.
Editore:
Gruppo Editoriale Simone
Codice:
blu ovale
Scaffale:
Oceania
Autore:
Emanuela Zanrosso
Categoria:
Didattica e Pedagogia Interculturale