“… Un battito di farfalla si dice è in grado di generare dopo molto tempo una tempesta, ecco, quello che sta succedendo è una sorta di riparazione da parte dell’Europa a quanto fatto nel passato e ora è importante che i due continenti si parlino e collaborino.” (Wole Soyinka, premio Nobel per la letteratura)
Sarà un evento molto importante per ribadire il nostro no alle Guerre, alla corsa al riarmo, alla costruzione dei nuovi muri ed alla chiusura delle frontiere, al razzismo ed ai fascismi che riemergono nel nostro paese ed in Europa. Sul sito http://www.retedellapace.it/category/perugia-assisi-2018/ trovate tutte le informazioni utili (documenti, appelli e manifesti) anche per dare vista a comitati cittadini per la promozione della partecipazione alla Marcia, convocando incontri ed iniziative, prima e dopo la Marcia, perché le ragioni della Pace, della solidarietà, dell’accoglienza, della cooperazione, della difesa civile e nonviolenta, chiedono un nostro impegno, individuale e collettivo, quotidiano e continuo.
Inoltre, il presidente Armando Zappolini ricorda l'appuntamento nazionale promosso dal Cnca dal titolo AFRICA, “Decolonizzare” gli immaginari culturali,che si svolgerà il 1 ottobre 2018 dalle 9.30 alle 16.30 presso sala conferenze, CESV – Via Liberiana n. 17, Roma, al quale vi invito caldamente a partecipare.Qua sotto trovate il programma e il modulo per iscriversi.
AFRICA - “Decolonizzare” gli immaginari culturali. 1 ottobre 2018 dalle 9.30 alle 16.30 presso sala conferenze, CESV – Via Liberiana n. 17, Roma
Le domande di iscrizione si ricevono tramite form on line: https://goo.gl/forms/IjVKzdvXln6g6J6w2 (cliccare sul link)
la partecipazione è gratuita. I posti sono limitati e verrà riconosciuta priorità di partecipazione ai membri delle organizzazioni associate al Cnca.
Programma
Ore 9,30 Saluti Armando Zappolini e rappresentante Fondazione Migrantes*
Presiede e coordina Marina Galati, vicepresidente Cnca
Ore 10 relazione Marco Trovato direttore rivista “Africa”
Ore 11 relazione Vittorio Cogliati Dezza Coordinamento Nazionale della Rete della Pace
Ore 12 spazio domande
Ore 12,30 primo focus: Nigeria, Akinyinka Akinyoade , Università di Leiden (sarà disponibile il servizio di traduzione successiva)
Ore 13 pranzo
Ore 14 secondo focus: Marocco, Tunisia, Francesco Carchedi, Università La Sapienza, Roma
Ore 14,30 terzo focus: Senegal, Selly Kane, Cgil nazionale
Ore 15,00 quarto focus Eritrea, Emilio Drudi, giornalista ed autore
Ore 15,30 domande e dibattito
Ore 16,30 conclusioni a cura della Presidenza del Cnca
Premessa
Il Cnca ha sviluppato da tempo diverse forme di accoglienza di migranti e vittime di tratta, solo negli ultimi anni ne abbiamo accolti più di 30mila attraverso i gruppi federati sparsi in tutta Italia. La maggior parte delle persone accolte arrivano da diversi paesi del continente africano.
La presenza dei migranti ha portato sguardi nuovi e mutamenti nelle nostre organizzazioni e nei territori dove operiamo. Molti giovani operatori e mediatori sociali collaborano in tali servizi e sono promotori di interventi, ricerche e sperimentazioni. Si sono così create opportunità di vita e di lavoro per migranti e giovani delle comunità locali.
Alcune delle nostre organizzazioni hanno da anni intrecciato iniziative di collaborazione con organizzazioni in altri continenti. Pure l’esperienza promossa dalla Federazione sul servizio civile internazionale, prima in Uganda ed oggi in Ecuador, ha permesso di allacciare relazioni, progettualità ed azioni di cooperazione reciproca con realtà sociali di questi paesi.
In coerenza con lo stile della nostra Federazione l’accoglienza è stata accompagnata da un approccio culturale e politico sul fenomeno migratorio, ponendo particolare attenzione alla comprensione di quanto stava accadendo nel nostro mare Mediterraneo e nei paesi dell’altra sponda. Abbiamo così realizzato micro esperienze di viaggio in alcune “zone critiche” del Mediterraneo e del Nord Africa, alla ricerca di volti e relazioni, di connessioni reciproche tra persone e gruppi che abitano le due rive.
Nel dibattito attuale italiano ed europeo sui respingimenti e sulle chiusure dei porti, abbiamo cercato di confrontarci e di dare parola allo spaesamento di molti cittadini dei nostri territori, che cercano di capire cosa vi è dietro a posizionamenti, slogan e decisioni che appaiono incomprensibili.
Il dibattito ha preso spessore anche all’interno del gruppo dirigente della Federazione, con domande e interrogativi su quanto noi stessi siamo consapevoli della complessità geopolitica, dei processi politici e culturali presenti nei vari paesi del continente, degli impatti che l’economia e la finanza internazionale hanno sulle popolazioni africane e sulle potenzialità di sviluppo locali.
Riteniamo soprattutto importante far emergere la prospettiva etnocentrica, di cui l’Occidente è spesso portatore nel suo sguardo verso il migrante sul quale proietta immaginari culturali ben radicati nella propria Storia, che non danno fino in fondo parità di valore alle altre esistenze: pregiudizi, miti inconsci, atteggiamenti di buonismo, residui di forme di pensiero evoluzionista impregnano i meandri culturali delle nostre menti, anche di quelli che si ritengono “politicamente corretti”.
Sentiamo forte il bisogno di “decolonizzare” gli immaginari culturali, nel senso di assumere - come ci ricorda Ernesto De Martino – un impiego critico, non dogmatico di certe categorie, cioè controllato dalla consapevolezza esplicita della genesi storica occidentale di quelle categorie. Al tempo stesso riteniamo fondamentale comprendere la complessità delle culture dei migranti che accogliamo, approcciandoci alla storia politica e culturale dei vari paesi di provenienza.
Proposta
L’accoglienza e la relazione con molti giovani provenienti dall’Africa, ci fa riflettere su noi stessi e ci mette di fronte a nostre strutture culturali secolari e alle loro contraddizioni. Ovvero al modo in cui noi europei pensiamo, guardiamo, parliamo di questo continente e delle persone che lo abitano.
La cultura include l’agire individuale e collettivo e costituisce l’insieme delle pratiche fondamentali per la produzione di senso, dei modelli relazionali e per la creazione degli immaginari. La visione del mondo prodotta dalla cultura di un luogo influenza gli orientamenti filosofici e politici, le dinamiche economiche e finanziarie, gli aspetti antropologici ed educativi. È frequente che nella cultura di un popolo si annidino contraddizioni, ambivalenze, ambiguità, spesso inconsapevoli.
Abbiamo bisogno di conoscere, capire, confrontarci con l’altro, lo straniero, l’africano, se vogliamo trasformare approcci culturali, chiavi interpretative influenzate da anni di storia da colonizzatori. Il fenomeno della colonizzazione ha determinato violazioni dei diritti anche nell’epoca attuale, come nei casi della schiavitù, della tratta, degli aiuti deviati alla cooperazione internazionale.
Vorremmo così dare avvio ad itinerari d’incontro e approfondimento per conoscere meglio l’Africa, realtà eterogenea e multiforme; entrare nelle dinamiche dei singoli Stati per approfondirne alcuni aspetti della storia politica e culturale. Ma soprattutto ascoltare le voci di persone che hanno conoscenza diretta e un sapere esperienziale su questo continente.
Ci siamo dati un primo spazio di lavoro, in connessione con la partecipazione alla marcia della pace Perugia-Assisi del 2018 “Rimettiamoci in cammino sulla via della pace” organizzando un seminario il 1 ottobre a Roma, presso il CESV in via Liberiana 17, che ha come titolo “Decolonizzare” immaginari culturali”.
L’evento è rivolto sia ad operatori che a mediatori sociali dei gruppi del Cnca, ma anche a tutti coloro che siano interessati a intraprendere un percorso di riflessione e studio sul continente africano.